TONDO: GLI ERRORI DI HONSELL


Prigioniera dei più vieti stereotipi di sinistra  e di un provinciale politically correct, le giunte guidate da Honsell hanno trasformato, nel breve giro di otto anni quella che era la Capitale del Friuli in un malriuscito assemblaggio di sgangherati quartieroni. In meno di un decennio Udine ha perso il suo ruolo di centro di riferimento politico ed economico della Regione. Tutto questo ha una ragione: Honsell ha dimenticato la storia e le vocazioni di una città bella e importante, snobbando  una borghesia altamente produttiva e di una rete commerciale in grado di attrarre un territorio che va da Gorizia a Pordenone.  Trascurando i ceti produttivi, disprezzando il settore commerciale e le sue necessità, il sindaco ha preferito inseguire la facilissima popolarità che deriva da un deteriore buonismo e dall’adesione cieca a qualsiasi problematica “progressista” che al di là della bontà delle scelte gli garantisce una paginata sui giornali e tanti volatili “mi piace” sul web. Credo che le cronache dei giornali non restituiscono del tutto il senso di disagio, di pericolo, di insicurezza che vivono gli udinesi: allo stesso grado in periferia e in centro. Un centro che sarebbe tutto da reinventare, limitando alcune zone pedonali, ridando fiato almeno periodico al traffico in  via Mercatovecchio, un tempo elegante cuore commerciale della città, e a quell’assurdo “non luogo” che è diventata piazza Duomo. La caporalesca obbedienza ai  voleri della Serracchiani e di Torrenti ha portato invece  a una situazione penosa della presenza dell’immigrazione in città, trasformando alcune zone come via Leopardi o i dintorni della stazione in ricettacolo di una terrificante “comunità” di disperati e di una malavita variamente assortita, ma altamente pericolosa. Manca a Udine e soprattutto a questa giunta una nuova visione della città, proiettata al futuro: manca l’intelligenza di una vocazione importante che deriva dalla cultura e dalla storia oltre che dall’economia, non soltanto tesa a compiacere, in cambio di voti, la moda delle piste ciclabili, piazzate qua e là quasi a casaccio in omaggio a un ecologismo precrisi; Invece di contrattare con la capitale del Fvg ruoli e finanziamenti per lo sviluppo, invece di immaginare nuove forme di aggregazione istituzionale ( vedi il disastro udinese delle Uti; vedi la nuova configurazione dei collegi elettorali che ignora la realtà del Friuli ) Honsell  polemizza sterilmente Trieste sui matrimoni gay – e in quanto a difesa dei  diritti civili, per impegno e per storia politica,  il sottoscritto non deve prendere lezioni da nessuno –  trasformando un argomento importante e degno di approfondimenti ulteriori una vuota “revanche” nei confronti degli avversari  della Serracchiani.  In questo quadro, Credo che il compito del centrodestra sia soprattutto quello di indicare con concretezza quelle che possono essere le nuove linee programmatiche su cui sviluppare la Udine futura, restituendo alla città quella centralità che le è sempre derivata dalla storia e dalla geografia, riscrivendo  insieme a tutta la comunità friulana (quindi insieme a  Pordenone a Gorizia)   la carta dei suoi rapporti con la Regione alla luce dei cambiamenti globali in atto.

 

RENZO TONDO

PRESIDENTE REGIONALE DI A.R.