“La sentenza del TAR sull’illegittimità del Piano Faunistico Regionale è l’ennesima dimostrazione che la Giunta dovrebbe ascoltare di più le parti in causa e meno i burocrati.” Con queste parole Renzo Tondo e Roberto Revelant, Presidente e Vicepresidente del Gruppo consiliare regionale di Autonomia Responsabile commentano la sentenza del TAR che ieri ha dichiarato illegittimo il Piano Faunistico Regionale a seguito del ricorso presentato da Federcaccia e da alcune riserve regionali.
“Dopo la riforma della sanità che fa acqua da tutte le parti e l‘impopolare riforma delle UTI incagliata in attesa dell’esito dei ricorsi dei Sindaci al tribunale amministrativo è la volta del Piano faunistico Regionale, affermano i Consiglieri di Autonomia Responsabile, costruito a tavolino dagli uffici senza ascoltare la voce dei diretti interessati. La bocciatura del TAR è il risultato di una politica che non ha saputo o forse voluto fermarsi a sentire il parere di Federcaccia, che, con spirito collaborativo, aveva sollevato la questione ancor prima dell’approvazione del Piano, una politica, quella della maggioranza, che non si è nemmeno degnata di partecipare agli incontri ed ai tavoli promossi già alcuni mesi fa’ sui territori regionali dall’associazione dei cacciatori per affrontare il tema.”
“Se l’Assessore Panontin si dice amareggiato, noi invece siamo preoccupati per le ripercussioni che la sentenza potrebbe avere sul mondo della caccia e ci auguriamo che la Giunta prenda coscienza, una volta per tutti, dei suoi errori e non prosegua con l’arroganza politica finora dimostrata, ma approfitti dell’occasione per prendere in mano la situazione e non deleghi ancora decisioni strategiche importanti come queste alla burocrazia.”
“Sia questa l’occasione, concludono Tondo e Revelant, per aprire la stagione dell’ascolto, affinché il nuovo Piano faunistico regionale sia uno strumento efficacie di gestione del territorio. Mi auguro che la Giunta metta intorno al tavolo i rappresentanti del mondo venatorio, ma anche il comparto agricolo coinvolto nella questione in quanto vittima di interventi troppo timidi contro la fauna selvatica che sta distruggendo i raccolti. La bocciatura al TAR può e deve essere un momento di miglioramento, di ragionamento su temi importanti e di scelte coraggiose, come quello della caccia al cinghiale, imparando dai nostri vicini Sloveni, che per risolvere il problema hanno aperto la caccia agli ungulati tutto l’anno.”