Signor Presidente, Presidente della Giunta e colleghi,
nonostante l’imperversare della crisi economica e il dilagare della povertà, la disponibilità economica della manovra di assestamento del bilancio è notevole. Precisamente, partendo dal dato del saldo finanziario di esercizio, applicato al 31 dicembre 2013, che si attesta in complessivi € 848,9 milioni e detraendo la quota di spese e di riduzioni in entrata pari a € 605,6 milioni (copertura di spese per il mantenimento delle finalità di assegnazioni vincolate e destinate nonché copertura di riduzioni in entrata a riequilibrio degli effetti di manovre nazionali quali l’anticipazione al 2013 degli acconti Ires e Irpef e il decreto legge 66/2014), la disponibilità di spesa è pari a € 242,5 milioni. Tale cifra tiene conto anche dello stanziamento di 72 milioni quali nuove risorse per il sistema delle autonomie locali e della copertura di minori entrate per € 191,4 milioni.
Sicuramente l’intervento più significativo è quello riguardante i 50 milioni di euro stanziati per i fondi di rotazione e i 24 milioni destinati all’aumento di capitale di Mediocredito. Costituiscono, a mio modesto parere, una boccata d’ossigeno per il contesto economico e produttivo della nostra Regione.
Un’altra scelta vincente è sicuramente quella di promuovere la riqualificazione urbana e il recupero del patrimonio edilizio esistente sottoutilizzato, che dal punto di vista normativo ha trovato attuazione, su proposta della coalizione di centrodestra nella recente legge regionale (n. 53).
Non è da meno la proposta di un collega del Gruppo di Autonomia Responsabile di proporre con una norma a costo zero l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e la conseguente riduzione dei consumi di energia attraverso lo strumento del finanziamento tramite terzi, a fornitori di servizi energetici qualificati sulla base dell’articolo 16 del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 115 (ESCO). Proposta estesa anche agli edifici scolastici.
Esaminando il disegno di legge emerge chiaramente l’incremento delle spese di manutenzione degli immobili di proprietà o in affitto alla Regione, nonostante le promesse di ridurne i costi, attraverso operazioni di cessione di immobili non in uso, o attraverso la diminuzione del ricorso alla locazione. Ma la preoccupazione più grande resta comunque la mancata riorganizzazione delle politiche sociali regionali e il sotto-finanziamento dell’intera area welfare.
Da ultimo, auspico che l’esecutivo regionale riesca al più presto a concedere più margini di manovra ai nostri Sindaci (15 anni di mandato elettorale tra Muggia e Trieste) aggirando le stringenti norme derivanti dal Patto di stabilità, almeno per premiare i Comuni con un avanzo di amministrazione in grado di permettere il completamento di progetti e opere, già programmate e utili all’intera comunità locale.
Concludendo, occorre maggior coraggio al fine di ridurre ulteriormente la spesa pubblica regionale e, conseguentemente, operare per una seria riduzione dell’imposizione fiscale, grazie anche al nuovo accordo Stato- Regioni siglato attraverso la Commissione Paritetica. La nostra regione, più di ogni altra per collocazione geografica, necessita quanto prima dell’attuazione di una concreta politica volta all’applicazione della fiscalità di vantaggio.