L’immigrazione, la sanità e il futuro dei Musei provinciali sono le principali preoccupazioni di Autonomia responsabile, partito di centrodestra guidato da Renzo Tondo, che ha proposto un incontro (lunedì 19 ottobre) – nella sede goriziana della Regione a Gorizia sul tema “L’Isontino dimenticato”. Guardando agli elementi concreti, aldilà delle contrapposizioni politiche, l’ex presidente del Fvg ha anticipato che sarà presentata in consiglio regionale una mozione affinché sia mantenuta una governance comunale, almeno a livello di Uti, per quanto riguarda i Musei provinciali, anche in vista di eventuali altri depauperamenti del patrimonio culturale locale. Chiarito poi il fine politico dell’incontro in vista delle prossime elezioni amministrative: «Per noi è un errore che non possa esserci un terzo mandato per i sindaci. Noi avremmo sostenuto Romoli, ma, visto che non si può, contribuiremo dando una mano a cercare un candidato adeguato e un programma valido per il centrodestra». Lo stesso Romoli era in sala per un intervento sulle questioni sollevate, insieme con il consigliere comunale e coordinatore provinciale di Autonomia responsabile Fabrizio Oreti e con gli altri consiglieri regionali che sono la spina dorsale della lista: Roberto Dipiazza, Roberto Reveleant, Valter Santarossa e Giuseppe Sibau.
Ad aprire è stato Renzo Tondo, il quale illustrato le caratteristiche del Movimento, supportato ieri in sala da diversi suoi componenti: «Autonomia responsabile è nata per sostenermi nella corsa alla presidenza della Regione. Ora che quell’avventura è finita, rimane un centrodestra in crisi. Il nostro Movimento non si rifà ad un’autonomia linguistica o istituzionale, che certamente sono, ma al momento quello che a noi interessa sono le risorse, e quindi l’autonomia finanziaria e fiscale della Regione». Tra le varie stoccate all’attuale amministrazione, Tondo ha rimarcato che «l’unica vera grande opera è stata la Villesse-Gorizia, ideata, progettata e inaugurata da noi». E ha aggiunto: «Anche se Serracchiani ha messo due assessori donne dell’Isontino in giunta, il Punto nascita è stato chiuso.
Entrambe non brillano per una particolare attenzione verso il territorio». Sull’immigrazione è intervenuto Oreti, prefigurando uno scenario: «Cosa succederebbe se i profughi iniziassero a deviare dalla Slovenia verso il Friuli Venezia Giulia?» ha affermato. Romoli ha chiesto con fermezza che venga fatto qualcosa per far attuare il piano di accoglienza diffusa della Regione, che – come è noto – è rimasto sulla carta, con una sproporzione di rifugiati a Gorizia e a Gradisca d’Isonzo. Ancora, Oreti ha chiesto chiarimenti in merito ai Cisi, i Centri isontini per disabili di derivazione pubblica e su cosa diventeranno con la scomparsa delle province, nonché sul servizio di pediatria a Gorizia: «Abbiamo 4,092 bambini all’anagrafe e, dopo le 18, le famiglie in caso di necessità devono recarsi a Monfalcone e a Palmanova» ha concluso. (estratto da Messaggero Veneto)